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PATT | TEST RAPIDO E DPI PER I FAMIGLIARI: QUESTA E’ LA SOLUZIONE PER FAR INCONTRARE GLI ANZIANI IN RSA AI PROPRI CARI

giovedì 22 ottobre 2020 h15:00


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Il ruolo del politico è quello di essere in grado di leggere con tempismo le situazioni e di fare le scelte corrette al momento opportuno.
E’ evidente che l’attuale Giunta provinciale non è in grado di anticipare i problemi e di trovare le relative soluzioni. Ci riferiamo al fatto che uno dei primi problemi emersi dopo l’inizio della pandemia data da Covid-19 è stato quello di gestire l’accesso in RSA dei parenti degli anziani. La scelta iniziale dell’assessore Segnana era stata quella di far entrare un parente per ospite, salvo poi dover bloccare gli ingressi su richiesta delle strutture. Era doveroso bloccare gli ingressi in RSA per evitare il contagio, anche se questa scelta ha inevitabilmente causato agli ospiti dei disagi legati alla solitudine e ai parenti una sofferenza per il distacco forzato.
Dopo l’errore iniziale la serie di errori della Giunta è continuata, e nei mesi estivi si è persa un’importante occasione per migliorare la vita degli ospiti delle RSA. La bella stagione infatti poteva permettere di sperimentare dei sistemi di incontri più intimi e di vicinanza fra gli ospiti delle strutture e i propri cari, sfruttando il calo dei contagi, l’aumento degli strumenti di verifica di presenza del virus, la disponibilità di DPI e le condizioni ambientali favorevoli, quali ad esempio gli ampi spazi esterni delle varie RSA.
La presenza di DPI da far indossare ai familiari in visita uniti alla situazione climatica favorevole avrebbero certamente ridotto ogni possibilità di contagio, portando invece grande beneficio agli anziani, e riducendo quindi il disagio della solitudine degli ospiti e quello del distacco forzato da parte dei parenti.
Sono trascorsi i mesi ed oggi ci ritroviamo, come era prevedibile, in una situazione pandemica pari a quella di marzo, ma non è più accettabile che l’Assessorato e gli organi deputati al confronto non si attivino per soluzioni valide ed alternative e che guardino al futuro.
Prendendo spunto dalle buone pratiche messe in atto dalla Regione Veneto che ha una popolazione anziana per caratteristiche uguale alla nostra, ci si chiede perché la nostra Provincia Autonoma non attivi una procedura sicura finalizzata a garantire incontri più ravvicinati tra ospiti e familiari.
Sono due le azioni da mettere in atto: la prima è l’esecuzione dei test rapidi all’ingresso dei familiari che vanno in visita agli ospiti (come propone il Veneto) e la seconda è l’uso dei DPI (mascherina, camice, cuffia e guanti) da parte dei visitatori negativi al test rapido. I familiari saranno sicuramente disponibili ad accollarsi l’eventuale spesa dei DPI, soprattutto per quelle strutture con bilanci in negativo a causa dei mancati introiti delle rette.
Familiari, ospiti e strutture avranno solo da guadagnarci.
Solitudine, senso di abbandono, rifiuto del cibo, depressione, esclusione dalle relazioni familiari sensi di insicurezza, ansia, insonnia e altri sintomi ormai diffusi tra gli anziani delle strutture potranno essere curati senza l’assunzione di farmaci ma con la semplice possibilità di favorire gli incontri tanto desiderati.
Non è accettabile proseguire con l’attuale organizzazione in termine di “visite dei familiari“ pensando che gli anziani non muoiano di solitudine ma che muoiano solo per colpa di Covid-19. Speriamo che la Giunta smetta di tamponare i problemi con ritardo e decida invece di gestire i problemi, anche copiando dalle altre Regioni se non è in grado di elaborare una strategia propria e se non vuole per principio ascoltare i consigli degli addetti ai lavori.

Ufficio stampa PATT

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