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CONS. GHEZZI***INTERROGAZIONE: IL FUTURO DEL TERZO SETTORE

giovedì 20 giugno 2019 h17:15


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Premesso che:

è vitale tutelare e premiare il radicamento territoriale delle cooperative sociali della Provincia di Trento, in considerazione dell’importanza della loro presenza sul territorio che caratterizza una situazione unica nel panorama italiano. Pertanto è necessario proteggere questi soggetti che perseguono finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale senza fine di lucro soggettivo, perseguendo la via già tracciata dall’autorizzazione e accreditamento previsti dalla L.P. 13/2007 ed evitare la messa in atto di bandi di gara che ne svilirebbero l’attività di interesse generale implementando modalità comunque rispettose dei principi di trasparenza, pubblicità e di parità di trattamento.

Già precedenti interrogazioni (n. 229, n. 290, n. 357) hanno sollevato il problema dei tagli operati dalla Giunta al finanziamento degli interventi gestiti dagli enti del terzo settore e dalle Comunità di valle, che hanno aggravato il quadro complesso e già compromesso su cui si regge il sistema di welfare trentino, il quale a causa dell’adeguamento alla riforma del terzo settore deve confrontarsi con sempre maggiori oneri fiscali, legali e burocratici. La presente interrogazione non intende però fare domande sul presente degli enti trentini del terzo settore, bensì sul futuro. Le norme in materia di affidamento dei contratti pubblici non tutelano il radicamento territoriale né valorizzano il volontariato che contraddistingue le organizzazioni trentine del Terzo Settore, che attualmente operano in regimi di affidamento diretto o in proroga da precedenti aggiudicazioni di gara. Dopo il 30/06/2021, il loro futuro è incerto: è necessario che la Provincia prenda posizione su quale strumento intenderà adottare per garantire la sopravvivenza del sistema di welfare trentino, se attraverso forme di co-programmazione, co-progettazione o accredimento, ridefinendone il regolamento che disciplina quest’ultimo, e se intenderà far ricorso alla deroga motivata al principio della rotazione. In alternativa potrebbe essere oggetto di studio la possibilità di abbandonare il sistema tramite gara d’appalto e introdurne uno basato sull’accreditamento, che prevede l’erogazione dei servizi, sulla base di un “progetto individualizzato”, da parte di soggetti qualificati accreditati, scelti dal cittadino e/o dalla sua famiglia, che possono quindi scegliere presso quale ente accreditato spendere il proprio voucher.

“Sul piano sostanziale, è imprescindibile non privarsi, come Paese, di feconde ed utili esperienze di rapporti collaborativi, che hanno e che possono alimentare la dignità dei cittadini, singoli ed associati, ma anche qualificare la spesa e la risposta ai bisogni della comunità da parte di enti pubblici palesemente dotati di risorse insufficienti per far fronte ai crescenti bisogni di una larga parte di cittadini” (Il diritto del terzo settore preso sul serio, 28 gennaio 2019).

Tutto ciò premesso,

si interroga il Presidente della Provincia di Trento per sapere: 

  1. visto che tutti i servizi socio - assistenziali (anziani, minori, disabilità, ecc.) in Trentino sono attualmente affidati dalle pubbliche amministrazioni ad enti del terzo settore, perlopiù cooperative sociali, ex art. 38 comma 5 bis, LP 14/91 (proroghe da precedenti aggiudicazioni di gara o affidi diretti); questo fino alla conclusione della definizione della nuova procedura di affidamento e comunque non oltre il 30/06/2021: scaduto questo termine come si intenderà esternalizzare e quindi affidare questi servizi? Facendo riferimento esclusivamente al codice degli appalti o proponendo modalità maggiormente tutelanti rispetto alla qualità degli interventi, al lavoro di rete e al coinvolgimento del territorio, in particolare utilizzando il sistema dell’accreditamento?
  2. Qualora si optasse per l'affidamento tramite procedura di gara, che tipo di interpretazione viene data alle recenti linee guida ANAC (ancora in visione) che in sostanza impongono il principio della "rotazione" anche nel campo dei servizi sociali e socio-assistenziali? La Provincia di Trento ha trasmesso le proprie osservazioni in merito?
  3. Si è consapevoli del fatto che escludendo gli enti e le cooperative locali, fortemente radicate sul territorio, operanti attraverso reti formali e che hanno beneficiato negli anni di importanti finanziamenti da parte della Provincia per il consolidamento degli aspetti patrimoniali, gestionali e di know how, si andrebbe a mettere in crisi il cosiddetto "modello trentino" che rappresenta un elemento di garanzia per gli utenti, con una qualità invidiata su tutto il territorio nazionale e con un impatto decisivo sugli indici di occupazione provinciali (più di 8.000 addetti per le sole coop sociali aderenti al consorzio Consolida)?
  4. La Consulta delle Politiche Sociali, organismo previsto dalla normativa provinciale in materia, è stata impegnata nella scorsa legislatura in gruppi di lavoro tematici e trasversali sullo studio di modalità di affidamento diversi e alternativi alla gara d'appalto (come avvenuto in altre regioni, quali Lombardia ed Emilia Romagna): quali sono i risultati ottenuti e come sta proseguendo il lavoro della Consulta?
  5. Nell'ambito dei servizi agli anziani, qual è l'orientamento rispetto alla costituzione dello Spazio Argento sui vari territori? Da chi verrà gestito e con quali risorse? Come verrà organizzata la necessaria collaborazione tra pubblica amministrazione e enti del terzo settore? Quando si pensa di concludere la fase di “ascolto” del territorio che porterà al ripensamento del modello organizzativo del welfare anziani? Entro quanto tempo si pensa di avere delle proposte innovative concrete?

Paolo Ghezzi
consigliere provinciale FUTURA 2018

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