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E se l’imperativo “non toccare” diventasse, per una volta, un invito a toccare la storia con mano? Cosa significa, in un museo, essere invitati a toccare alcuni oggetti?
Sabato 14 giugno alle ore 17 il METS – Museo Etnografico Trentino di San Michele inaugura una mostra unica nel suo genere: “di mano in mano. un viaggio tattile tra gli oggetti della tradizione”, di Claudio Beorchia, artista interdisciplinare.
Nei musei, il divieto di toccare gli oggetti è una regola tanto diffusa quanto necessaria. È un limite che accompagna da sempre l’esperienza museale, imposto per ragioni più che lecite: la tutela e la conservazione di ciò che è fragile, prezioso, antico. Al contempo si pone anche come un confine che definisce il nostro rapporto con gli oggetti: possiamo guardarli, ma non interagirci.
Per la prima volta, il METS rovescia la regola, invitando i visitatori a superare il consueto divieto del “non toccare” per immergersi in un’esperienza sensoriale davvero unica. Una selezione speciale di oggetti, che per la prima volta escono dai depositi della collezione, sarà disponibile per essere “esplorata e fruita” attraverso il tatto. Una sola la condizione: indossare degli appositi guanti. Si tratta di guanti in cotone – dello stesso tipo utilizzato abitualmente dagli operatori museali per maneggiare con cura i manufatti – fatti a mano e impreziositi da ricami artigianali, che raccontano il legame con il territorio.
Dietro ogni guanto c’è la cura e la maestria di mani esperte: alcune decine di ricamatrici trentine, coinvolte nel progetto, hanno contribuito a dare forma a questo gesto simbolico. Un lavoro artigianale, come a rappresentare un ponte tra il passato della tradizione e il presente. Sono stati coinvolti i gruppi di ricamatrici di Arco Ricama di Arco, La Formica di San Michele all’Adige e il Lab-oratorio di Romeno.
Il tatto, così liberato, apre un modo nuovo di vivere i manufatti, e quindi la storia materiale. Attraverso il contatto diretto, i visitatori possono percepire il peso e le dimensioni degli oggetti, e capirne il funzionamento; maneggiandoli, ne scoprono le forme, la relazione con il corpo; sfiorandoli, si rivela al tatto lo stato di usura e la texture superficiale. Diventano racconti silenziosi di mani che hanno creato, usato, aggiustato quegli oggetti. La forma stessa suggerisce movimenti e gesti, che evocano le energie e le esperienze di chi li ha adoperati per anni.
Questo viaggio tattile auspica un’importante riflessione sul rapporto tra passato e presente: come si sono trasformati, o si sono potenziati o estinti certi oggetti, funzioni e gesti? Che valore hanno oggi, e come possono ancora raccontare storie di lavoro, tradizione e cultura? I guanti, al tempo stesso, preservano l’aura di quegli oggetti, e il poterli toccare significa entrare in contatto con la loro natura intrinseca, annullando qualsiasi distanza che intercorre col visitatore-fruitore.
In un ambiente museale pervaso di un’etica del lavoro manuale, la mano è protagonista.
“di mano in mano” nasce grazie ad una collaborazione tra il METS e iNEST - Interconnected Nord-Est Innovation Ecosystem, che si propone di trasformare il Nord-Est in una macroregione sostenibile, equa e resiliente, migliorando la qualità della vita delle comunità attraverso l'integrazione tra ricerca, innovazione e partecipazione civica. All’interno di iNEST, il progetto CC3 - Citizen Engagement rappresenta un passo concreto verso questa visione, valorizzando il patrimonio culturale come catalizzatore di dialogo e sviluppo territoriale.
Al cuore del progetto ci sono otto residenze artistiche, distribuite tra Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige. Le residenze si configurano come strumenti di engagement per promuovere forme di turismo sostenibile fondate sulla comprensione, il rispetto e la valorizzazione delle identità locali, attraverso linguaggi e pratiche artistiche.
Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito www.museosanmichele.it.
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