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PAT | Patto per il Lavoro: siglato oggi da Provincia, categorie economiche e parti sociali

Provincia autonoma di Trento

venerdì 4 marzo 2022 h17:15


Dopo un anno di incontri e confronti con oltre 100 esperti di lavoro, ricerca, formazione e sociale, gli Stati generali del Lavoro si sono chiusi oggi con la presentazione del Rapporto finale. Il documento evidenzia due principali sfide – quella delle “Transizioni” e quella dello “Sviluppo” – rispetto alle quali sono state individuate 20 proposte concrete e 3 progettualità, focalizzate in particolare sull’inserimento o reinserimento lavorativo di giovani, donne e persone a rischio esclusione, nonché sul potenziamento della formazione di base e continua,
sull’innovazione sostenibile e sulla digitalizzazione di imprese e servizi pubblici. A margine dell’incontro l’assessore provinciale allo Sviluppo economico, Ricerca e Lavoro Achille Spinelli, il presidente del Coordinamento provinciale imprenditori Roberto Simoni e il segretario generale della CGIL del Trentino Andrea Grosselli in rappresentanza delle sigle CGIL, CISL e UIL, hanno sottoscritto il nuovo Patto per il Lavoro in Trentino. Il documento apre una nuova fase condivisa di attuazione degli indirizzi individuati dagli Stati generali del Lavoro.
Dopo un anno di intenso lavoro e partecipato dibattito si sono quindi chiusi oggi, venerdì 4 marzo, gli Stati generali del Lavoro. L’iniziativa, voluta dalla Provincia autonoma di Trento per definire il nuovo corso dell’economia trentina post-pandemia, ha coinvolto 14 esperti stabili, 12 esperti tecnici, 12 special advisor e 66 auditi per un totale di 104 rappresentanti del mondo del lavoro, dell’impresa, della ricerca, dell’innovazione, della formazione, della cooperazione e della società civile nel panorama locale, nazionale e internazionale, coordinati dal giuslavorista Riccardo Salomone, presidente di Agenzia del Lavoro.
Le risultanze del percorso di studio, ascolto, consultazione e confronto sono state messe per iscritto in un “Rapporto finale” di 148 pagine, presentato oggi presso la sede della Provincia autonoma di Trento dall’assessore allo Sviluppo economico, Ricerca e Lavoro Achille Spinelli, dal presidente del Coordinamento provinciale imprenditori Roberto Simoni e dal Segretario generale CGIL del Trentino Andrea Grosselli. L'incontro si è aperto con il saluto del presidente della Provincia Maurizio Fugatti,.
"Oggi si chiude un percorso importante, in cui le parti sociali sono stati attori principali e artefici di un documento finale che ha forti connotazioni territoriali e mette in evidenza la particolarità del Trentino nel campo del lavoro e la forte attenzione che il Trentino, grazie alle sue competenze, ha da sempre verso questo tema. Dal rapporto si evincono le peculiarità, i punti di forza e le criticità del mercato del lavoro provinciale. Il documento è utile per tracciare i percorsi del futuro per migliorare le condizioni dell'occupazione. Il Patto per il lavoro che ne deriva, infine, è un importante strumento per l'analisi dello stato dell'occupazione in Trentino e per affrontare i grandi cambiamenti che gli ultimi anni hanno portato con sè" sottolinea il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti.
“La firma dell’accordo odierno rappresenta la conferma della volontà di rafforzare l’autonomia della Provincia autonoma in materia di politiche attive del lavoro, per le quali le competenze che l’amministrazione provinciale ha rappresentano un elemento di unicità a livello nazionale che intendiamo valorizzare ulteriormente attraverso la futura implementazione del Patto per il lavoro. In una fase storica in cui, a causa della dovuta lotta al Covid, la tendenza centralistica dei governi nazionali si fa sempre più importante, riteniamo che un approccio originale, autonomistico e pionieristico come quello avviato dagli Stati Generali del Lavoro rappresenti un modo per chiarire che i territori hanno le capacità di affrontare un tema decisivo come quello della modernizzazione dell’approccio al mercato del lavoro e alle sue sfide. Tra queste ricordiamo quelle delle grandi transizioni che riguardano soggetti fragili, giovani e donne. Fondamentale per vincere tali sfide sarà la capacità di coinvolgere il mondo dell’istruzione e della formazione professionale e di farlo dialogare in maniera innovativa con imprese e mondo del lavoro in generale” sottolinea l’assessore Spinelli.
“Il percorso avviato con le parti sociali, imprese e sindacati, da parte nostra intende sottolinearne il protagonismo nell’ambito di un processo che rende centrale il lavoro per il nostro territorio. E ancora di più lo deve essere dopo oltre due anni di pandemia, per affrontare il tema delle grandi trasformazioni del mercato del lavoro che la crisi dovuta al Covid ha prodotto o messo in particolare evidenza. Gli Stati Generali del Lavoro sono un punto di partenza e non di arrivo, visto che ora si passerà dalla fase di ascolto delle proposte degli esperti e degli interlocutori, alla messa a terra dei progetti. Per farlo continueremo a seguire il metodo avviato quasi un anno fa, all’inizio degli Stati Generali del Lavoro: proseguiremo nell’ascolto delle parti sociali e coinvolgeremo nell’attuazione del Patto per il lavoro anche l’Agenzia del lavoro, la Commissione per l’impiego e il mondo della scuola e della formazione” continua l’assessore Spinelli.
"Gli Stati Generali del Lavoro e il Patto per il lavoro rappresentano uno strumento prezioso. La pandemia ha prodotto cambiamenti profondi nei settori del turismo, del commercio e della ristorazione, con ricadute anche sul rapporto tra domanda e offerta di lavoro. Si tratta di sfide importanti che il percorso avviato dagli Stati generali del lavoro ci permetterà di affrontare per avere una occupazione di maggiore qualità e soddisfazione per le imprese e per i lavoratori" sottolinea l'assessore all’Artigianato, commercio, promozione, sport e turismo Roberto Failoni.
Il professor Riccardo Salomone ha indicato il metodo che ha portato allo sviluppo degli Stati Generali del lavoro, fino alla sigla dell’accordo: “L’Amministrazione ha indicato gli obiettivi e il tema da analizzare nell’ambito di questo percorso durato un anno, mentre il metodo è stato dato dalla nostra capacità di dare senso ad un progetto molto ambizioso. Questa complessità si è rivelata una grande ricchezza in termini di partecipazione, anche alla luce delle diverse sensibilità portate dagli stakeholder. In questo modo, gli accademici coinvolti hanno avuto modo di dialogare con le imprese del territorio che vivono situazioni complesse, specialmente in un periodo difficile come quello attuale. Si è trattato, dunque, di una grande opportunità per uscire dallo status quo, scommettendo sulla concretezza”.


IL RAPPORTO FINALE DEGLI STATI GENERALI DEL LAVORO
Il documento si articola in due filoni di intervento prioritari, denominati rispettivamente “Transizioni” e “Sviluppo”. Per rispondere a queste due “Sfide” vengono dettagliati 3 progetti e 20 proposte d’azione concrete che vanno a colmare le criticità strutturali emerse negli ultimi dieci anni e solo acuite dalla pandemia, come l’invecchiamento della
popolazione, il cambiamento climatico, la globalizzazione e il digital divide. L’obiettivo del percorso degli Stati generali del Lavoro è infatti quello di raggiungere un maggiore benessere economico e maggiore competitività delle imprese garantendo però anche maggiore e migliore occupazione per i lavoratori del territorio. Particolare attenzione, nell’ambito della sfida “Transizioni”, viene data ai giovani, alle donne e alle persone a rischio esclusione. Tra le proposte vi sono nuovi modi di conciliare la famiglia e il lavoro, la riforma del “Progettone” e la condizionalità dell’assegno unico.
Sempre in questo campo, vengono proposti i progetti “Mismatch e contratti di apprendistato” e “ZeroNeet” per contrastare il fenomeno dei giovani che non studiano e non lavorano.
In materia di “Sviluppo” si va invece a intervenire sui temi della formazione, dell’innovazione e della sostenibilità, con nuove prospettive di lavoro agile e per la digitalizzazione dell’apparato amministrativo territoriale al fine di agevolare l’accesso ai servizi. Nell’ambito formativo, viene sottolineata l’importanza della formazione continua e la necessità di pensare percorsi di “up-skilling” e “re-skilling” per permettere ai lavoratori di tutte le età di rimanere al passo con un mondo in costante evoluzione tecnologica. Il progetto che accompagna la sfida “Sviluppo” si chiama “Nuovi ponti digitali” e consiste in una piattaforma per azioni di previsione, formative e d’incontro tra domanda e offerta.


UN NUOVO PATTO PER IL LAVORO
Chiusa la fase propositiva e di studio, comincia ora una nuova delicata fase di attuazione degli indirizzi individuati dagli Stati generali del Lavoro. Una necessità che trova concordi le istituzioni, i rappresentanti delle categorie economiche e gli esponenti delle parti sociali. Alla fine dell’incontro – moderato dal giornalista Giampiero Marrazzo – l’assessore Spinelli, Roberto Simoni in rappresentanza degli imprenditori trentini e Andrea Grosselli per CGIL, CISL e UIL del Trentino hanno siglato il nuovo Patto per il Lavoro in Trentino. Questo documento propone impegni di breve, ma soprattutto di medio e lungo termine nella prospettiva di orientare la reattività del contesto istituzionale al fine dell'incremento di produttività e benessere dell’intero Trentino e nella consapevolezza che le sfide identificano priorità e interventi per sostenere crescita e benessere in termini economici e, più in generale, di condizioni di vita e lavoro, con una particolare attenzione alle persone più giovani, alle persone a rischio di esclusione dal mercato del lavoro e alle donne. Con il Patto si vogliono intraprendere nuove azioni per consolidare gli strumenti dell’orientamento in ingresso nel mercato del lavoro, della valorizzazione economica e occupazionale di tale momento di ingresso (assegno di formazione in ottica duale), della presa in carico integrata in chiave di inserimento lavorativo, del rafforzamento della condizionalità verso il lavoro, del potenziamento delle abilità in ottica di inclusione digitale, della valorizzazione della formazione professionalizzante e “sartoriale”, della certificazione delle competenze e del sostegno dell’occupazione femminile verso il lavoro a tempo pieno e di qualità, anche di tipo imprenditoriale.
Un ultimo impegno va infine verso gli obiettivi di digitalizzazione dei servizi e degli strumenti di azione sul mercato del lavoro, di innovazione dell’offerta formativa, di governance dell’alta formazione, di crescita qualitativa della formazione (di base, professionalizzante e continua) in stretto raccordo con le politiche attive e con le traiettorie
dello sviluppo del territorio, di costruzione di un modello rinnovato di validazione e certificazione delle competenze, di miglioramento dell’attrattività del territorio per grandi gruppi industriali, di sostegno delle imprese nella formazione, nel supporto ai processi di innovazione e all’export delle imprese, di potenziamento del management; di
rafforzamento del legame tra investimenti 4.0 e qualificazione del personale; di nuove progettualità ̀ per l'attrazione di capitale umano; di costruzione di innovative risposte di sistema rispetto all’invecchiamento della popolazione e alla transizione green, partendo dal mercato del lavoro per tenere insieme il tessuto economico, di raccordo tra intervento pubblico e azione del terzo settore (economia d’argento, nuove professioni e professionalità nei settori chiave della transizione, age management).


UN PERCORSO IN LINEA CON GLI OBIETTIVI DEL PNRR
Gli Stati generali del Lavoro si sono rivelati propedeutici al PNRR. L’aver analizzato e individuato nella sfida “Transizioni” e nell’ambito della formazione nuove proposte per l’occupabilità di giovani, donne e persone più vulnerabili ha infatti permesso al Trentino di essere tra i primi territori italiani a presentare – ottenendo l’avallo di ANPAL – e a dare già parziale attuazione al Piano attuativo regionale (PAR) del programma GOL – Garanzie di Occupabilità dei Lavoratori, un programma coordinato dall’Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro e dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali nell’ambito della missione 5, componente 1 del PNRR per un totale di 4,4 miliardi di euro disponibili a livello nazionale.

(ac) Ufficio Stampa Provincia autonoma di Trento

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