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Appuntamento d’eccezione, venerdì 27 ottobre alla biblioteca civica «Bruno Emmert»: l’incontro con la poetessa Aimara Garlaschelli, candidata al Premio Strega Poesia 2023 con il poemetto «Nel nome della madre». 

Come di consueto il laboratorio di poesia in biblioteca, condotto quest’anno da Beatrice Carmellini e Stefania Formisano, propone nel mese di ottobre, quale evento conclusivo, l’incontro con un poeta di fama. Quest’anno è la volta di Aimara Garlaschelli, poetessa valtellinese nata a Sondrio nel 1971 che oggi vive a Milano.

Aimara Garlaschelli esordisce nel 2016 con «Figure di silenzio» (Lieto Colle), una raccolta di brevissime poesie che si fa notare per l’esattezza dello stile e il controllo rigoroso della forma, una disciplina inflessibile la cui efficacia è spinta da scelte lessicali semplici e consuete e da situazioni concrete e quotidiane. Nel 2018 cura per Ets la traduzione de «La terra desolata», probabilmente l'opera più celebre del poeta anglo-americano T. S. Eliot, considerata uno dei capolavori della poesia modernista. Nel 2019 pubblica «Il rito delle ore» (Ets), una sorprendente drammaturgia in versi, sorta di pièce di teatro di poesia ricca d’invenzione drammatica.

Nel 2022 è la volta del poemetto «Nel nome della madre» (Einaudi), esito dell’importante e intensa esperienza della traduzione de «La terra desolata», un testo che presenta tracce significative delle tragiche cronache dei nostri giorni, ma anche del femminile attraverso il mito. «Nei versi di Aimara Garlaschelli -si legge nella sinossi- c'è una forte volontà di riappropriazione del sacro al di fuori da ogni canone religioso. Il poemetto funziona da preghiera laica in cui le parole significano ma sono anche suoni rituali. La musicalità di questa poesia, attraverso il pieno controllo di una grande sapienza metrica, riesce a dire anche dove i significati non possono arrivare».

Quest’anno Aimara Garlaschelli ha dato alle stampe «Alfabeto della posterità. O la decostruzione della fine» (Scalpendi), in cui ha introdotto la questione della generazione dei testi da parte dell'intelligenza artificiale nel linguaggio umano. Il libro racconta di una lettera che appare in sogno, ma al risveglio è perduta. L’intelligenza artificiale opera nel testo e conduce autore e lettore nel regno onirico per dare significato alla lettera dimenticata, facendo agire il già scritto. Ciò che resta sono frammenti di futuro.

Una scelta di sue poesie è pubblicata nell’antologia Quadernario (2013) e sulla rivista «Clandestino». Per «Poesia» ha scritto il breve saggio «Ezra Pound il “sage homme” di The Waste Land» (2017).

Ufficio stampa Comune Arco