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«Arrendersi o perire!».
Questa la parola d'ordine con cui i partigiani, dal 25 aprile del 1945 chiamarono alla resa incondizionata i soldati nazifascisti. 

Che la si chiami però Festa della Liberazione, Anniversario della Resistenza o semplicemente 25 aprile la volontà era ed è solo una: ricordare l'anniversario della liberazione d'Italia dalle forze nazifasciste. Un momento storico importante per l'Italia sia dal punto di vista politico che militare. Un momento che vede vittoriosa la lotta di resistenza militare e politica attuata dalle forze partigiane durante la Seconda Guerra Mondiale.

Una festa nazionale della Repubblica Italiana proposta da un grande statista trentino - allora presidente del Consiglio - Alcide De Gasperi. Il governo da lui guidato la inserì infatti tra le festività civili della Repubblica emanate nel decreto legislativo luogotenenziale del 22 aprile 1946 dal principe Umberto II, allora luogotenente del Regno d'Italia.

Il 25 aprile 1945 il Comitato di liberazione nazionale dell'Alta Italia proclamò via radio l'insurrezione e anche i gruppi partigiani trentini si preparano all'azione militare con l'obiettivo di disarmare e catturare i soldati tedeschi e fascisti da una parte e difendere le città e le valli durante la ritirata degli occupanti. 

In realtà il termine effettivo della guerra sul territorio italiano si ebbe solo il 3 maggio, come stabilito dalla "Resa di Caserta" firmata il 29 aprile 1945, ma permise di chiudere venti anni di dittatura fascista e cinque anni di guerra.

Da allora in questa giornata in tutte le città italiane si organizzano manifestazioni pubbliche in memoria dell'evento. In particolare, nella capitale il Presidente della Repubblica Italiana e le massime cariche dello Stato, rendono omaggio al Milite Ignoto con la deposizione di una corona d'alloro in ricordo ai caduti e ai dispersi italiani nelle guerre.