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Coppola (Europa Verde) | No all'esternalizzazione della del servizio mensa e dell'interscuola nel primo ciclo di istruzione

martedì 30 marzo 2021 h14:15


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La legge collegata alla manovra di Bilancio 2021 ha modificato il comma 3 dell'articolo 61 della legge provinciale sulla scuola 2006, affidando la sorveglianza dell’interscuola a soggetti privati che diano adeguate garanzie sul piano organizzativo, pedagogico e della qualità del servizio.
Lo scopo di questa scelta è puramente il risparmio economico, quantificato nell'ordine di dieci milioni di euro annui. Si cancellano circa 300 maestre della scuola primaria sostituendole con lavoratori delle cooperative.
Chi vive quotidianamente la realtà scolastica sa bene che la scuola, in tutti i suoi aspetti e da qualsiasi angolazione la si esamini, richiede molta cura ed attenzione, che i passi falsi sono sempre in agguato e che a volte, pensando di fare una cosa giusta, si mettono in crisi delicati equilibri e in discussione conquiste consolidate che una classe insegnante consapevole e decisori politici attenti hanno messo in atto. Così la scelta di esternalizzare l'interscuola può magari apparire, a un occhio distratto e a persone che il mondo scolastico non lo conoscono abbastanza, un cambiamento opportuno e intelligente. In fondo nell'interscuola si mangia e si gioca! A chi può importare se a fare la sorveglianza c'è uno degli insegnanti di classe, noto, conosciuto e molto spesso amato o una persona qualsiasi? E qui sta il grossolano errore di valutazione! Che rischiano di pagare caro proprio gli alunni e le alunne. Per anni insegnanti e molti dirigenti, sulla base di studi e conoscenze pedagogico-educative hanno approfondito la questione, giungendo alla conclusione che il pasto consumato a scuola con compagni ed insegnanti è un momento educativo fondamentale, che mette in luce molteplici aspetti. C'è il tema dei disturbi alimentari, ad esempio, quello delle allergie, l'approccio al cibo, il come si sta a tavola, la socialità e la convivialità che si creano al momento del pasto. Ogni insegnante che abbia frequentato una mensa scolastica, magari sedendosi al tavolo coi suoi alunni sa bene che a volte proprio in quei momenti di relax si sviluppano importanti relazioni, ci si fanno confidenze, si scoprono piccoli dolori, magari di tipo relazionale, si comprende a quali aspetti della personalità di un alunno/a bisogna prestare attenzione. Come può un perfetto sconosciuto diventare punto di riferimento, avere l'autorevolezza per chiedere comportamenti adeguati? Perché, e qui sta il punto, quella che si fa non è semplice sorveglianza. I bambini e i ragazzi sono persone e in quanto tali amano coltivare relazioni, capire di essere conosciuti, riconosciuti, sostenuti, educati. E chi può farlo meglio della propria o del proprio insegnante?
C'è poi il tempo della cosiddetta ricreazione. Quando i bambini, liberati da ore di banco, di lezioni in aula per lo più frontali, si appropriano dello spazio libero del cortile della scuola, del piccolo giardino, a volte di una zona con giochi attrezzati. E questo è un momento davvero delicato perché le corse, gli assembramenti, la ricerca di zone riservate, i giochi possono diventare, quando si è tanti, momenti pericolosi, in cui è possibile farsi male, luoghi di scontri o di conflitto che devono essere seguiti con attenzione. Da chi? Da qualcuno arrivato all'ultimo che, pur con tutta la buona volontà del mondo, non conosce abbastanza i bambini, a volte fatica pure a ricordarsi i nomi; non frequentando la classe non ne conosce le dinamiche, i soggetti che tendono a prevalere, quelli che arretrano e subiscono. E allora sono guai. Perché qualcuno, sicuramente, di queste incertezze se ne approfitterà, perché altri si faranno male, perché il bullo di turno imperverserà e la bambina o il bambino più mite e timido, fisicamente più debole ne pagherà le conseguenze.
E’ necessario stare dalla parte dei bambini e delle bambine tutelandoli nel loro diritto allo studio che non avviene solo in aula e durante le ore di lezione. Ma che attraversa tutto il tempo scolastico e tutti i luoghi dell'edificio in cui gli studenti vivono l'esperienza più importante e formativa della loro vita. Perché la condividono col gruppo dei pari e con adulti che sono responsabile anche del loro benessere e della loro incolumità.
Non ci si deve dimenticare inoltre che le osservazioni sulle competenze sociali acquisite durante la mensa e l'interscuola vengono riportate nei profili consegnati in pagella alle famiglie.
Perciò di scuola a tutti gli effetti si tratta!
Ogni tempo condiviso, soprattutto in tempi di pandemia, è per i bambini e i ragazzi carico di contenuti e significati e la scuola è diventata sempre più il luogo dell'amicizia e degli affetti, anche con i propri insegnanti, che rappresentano nella fragilità di queste giovani vite un porto sicuro.
Tutto ciò premesso il Consiglio della Provincia autonoma di Trento
impegna la Giunta provinciale a:
modificare il comma 3 dell'articolo 61 della legge provinciale sulla scuola 2006, stralciando la norma che prevede l'esternalizzazione delle attività di interscuola comprensive della sorveglianza e della fruizione del servizio mensa.

Lucia Coppola

consigliera provinciale/regionale
Gruppo Misto/Europa Verde

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