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COPPOLA (FUTURA)***Sale operatorie private negli ospedali pubblici?

sabato 7 dicembre 2019 h11:15


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AZIENDA PROVINCIALE PER I SERVIZI SANITARI: SALE OPERATORIE PRIVATE NEGLI OSPEDALI PUBBLICI?

Il sito dell’APSS riporta la rilevazione dei tempi di attesa delle prestazioni di ricovero per l’anno 2018 in regime di programmazione istituzionale. Vi sono 4 classi di priorità per il ricovero:

classe A ricovero entro 30 gg per i casi clinici che potenzialmente possono aggravarsi rapidamente al punto di divenire emergenti,;

classe B ricovero entro 60 gg per i casi clinici che presentano intenso dolore, o gravi disfunzioni, o grave disabilità ma che non manifestano la tendenza ad aggravarsi rapidamente al punto da divenire emergenti;

la classe C ricovero entro 180 gg per i casi clinici che presentano minimo dolore, disfunzione e non manifestano tendenza ad aggravarsi né possono con l’attesa ricevere grave pregiudizio alla prognosi;

classe D ricovero senza attesa massima stabilita ma che devono essere effettuati comunque entro 12 mesi.

Scorrendo l’elenco delle prestazioni e i relativi tempi di attesa per l’anno 2018 si legge per esempio:


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Tempi di attesa in molti casi importanti. Ho ricevuto segnalazioni di persone in attesa di ricovero che si sono viste spostare più volte l’appuntamento, o persone che necessitavano di ricovero, rimandate a casa dal pronto soccorso per mancanza di posti letto e forse anche di sale operatorie disponibili.

Inoltre l’APSS concede la possibilità di ricoveri e operazioni in libera professione.

La deliberazione n° 572 del 19/12/2016 adottata da Direttore generale dell’APSS “Modifica dell’Atto aziendale in materia di libera professione intramuraria dei dirigenti dipendenti del ruolo sanitario e degli specialisti convenzionati interni” è un atto aziendale che fissa le modalità organizzative dell’attività libero-professionale del personale medico e delle altre professionalità della dirigenza del ruolo sanitario, con riferimento alle prestazioni individuali o in equipe, sia in regime ambulatoriale che di ricovero.

Secondo l’atto aziendale, l’esercizio effettivo dell’attività libero professionale deve essere autorizzato, per ciascun dirigente, da parte dell’Azienda con provvedimento che ne garantisce le modalità, gli spazi utilizzabili e le tipologie di prestazioni erogabili (ambulatoriali, ricovero ordinario, day hospital e day surgery).

Dall’atto aziendale si evince inoltre che l’attività libero professionale per ricoverati si caratterizza per la sua natura di erogazione di prestazioni di ricovero ordinario, di day-hospital, di day surgery e di prestazioni collegate al ricovero effettuata, con l’ausilio di personale di supporto, da una équipe di dirigenti sanitari autorizzata all’esercizio della libera professione intramuraria presso una unità operativa di degenza, alla quale l’utente ha richiesto liberamente di accedere, con l’eventuale indicazione di un medico curante. L’èquipe libero-professionale, formata da due o più dirigenti sanitari, dovrà ricomprendere il Direttore dell’unità operativa di degenza presso la quale viene erogata la prestazione libero professionale in costanza di ricovero, in quanto responsabile della direzione e organizzazione della struttura complessa.

Il ricovero in regime libero professionale è garantito in idonee strutture e spazi separati. L’idoneità della struttura è determinata con riferimento alle dotazioni strumentali, che devono essere di norma corrispondenti a quelle utilizzate per l’esercizio ordinario dell’attività istituzionale ed alle condizioni logistiche che devono consentire l’attività in spazi distinti rispetto a quelli delle attività istituzionali. La disponibilità di posti letto per l’attività libero-professionale programmata deve essere assicurata entro i limiti fissati dall’atto aziendale. Per l’attività in costanza di ricovero che comporti l’utilizzo di sale operatorie e sale parto dovranno essere previste fasce orarie o giornate di esercizio distinte da quelle nelle quali si svolge l’attività istituzionale, fatte salve le prestazioni indifferibili (es. parto).

Per quanto riguarda le prestazioni libero professionali rese in sala operatoria o in sala parto, i dirigenti sanitari dovranno rendere il numero delle ore risultate dal registro di sala o dalla cartella anestesiologica riferita al singolo utente ricoverato in regime di libera professione intramuraria.

Di norma i posti letto da destinare all’attività libero professionale vanno individuati all’interno della Unità operative di riferimento, fermo restando che il mancato utilizzo dei predetti posti letto consente l’impiego degli stessi per l’attività istituzionale d’urgenza qualora fossero occupati i posti letto per il ricovero nelle rispettive unità operative. Le aree di attesa e i servizi diagnostici e strumentali necessari per l’esercizio dell’attività libero professionale sono comuni a quelli destinati ai posti letto riferiti alle attività di ricovero istituzionali. Nel caso di più richieste per le medesime attrezzature e spazi, l’Azienda garantisce, con criteri di tendenziale rotazione delle fasce orarie dedicate, pari accessibilità all’esercizio della libera professione ai singoli dirigenti o alle equipe autorizzate.

Seppur legittima, lascia perplessi la possibilità che offre l’Azienda sanitaria di effettuare ricoveri e operazioni in libera professione. Per questo tipo di interventi ci sono le cliniche private e comunque sarebbe accettabile se i tempi di attesa in regime istituzionale fossero contenuti. Così purtroppo non è e preoccupa il fatto che, come sempre, chi può pagare con tutta probabilità il posto letto o la sala operatoria la trova in breve tempo mentre gli altri devono aspettare.

Tutto ciò premesso interrogo il presidente della Provincia di Trento e l’assessora competente per sapere:

  • quanti sono i posti letti dedicati al ricovero in regime di libera professione diviso per ospedale e Unità operativa;
  • quanti sono stati, negli ultimi cinque anni, i ricoveri in regime libero professionale negli ospedali trentini, separati per struttura;
  • quali tipologie di interventi si effettuano in regime libero professionale;
  • quanti sono stati, negli ultimi cinque anni, gli interventi chirurgici in regime libero professionale nei vari ospedali trentini. Si chiedono i dati separati per anno, per struttura e per tipologia di intervento;
  • quali sono i tempi di attesa distinti per prestazioni di ricovero e interventi chirurgici in libera professione, separati per tipologia di intervento e struttura;
  • quanto ha incassato l’APSS negli ultimi cinque anni per l’attività di ricovero e chirurgia in libera professione, separato per anno;
  • quanto hanno incassato negli ultimi cinque anni i liberi professionisti e il personale di supporto per le prestazioni erogate, separato per anno;
  • il numero delle volte che i posti letto dedicati ai ricoveri in regime professionale sono stati destinati ai ricoveri istituzionali per mancanza di posti letto;
  • considerato che i servizi diagnostici e strumentali necessari per l’esercizio dell’attività libero professionale sono comuni a quelli riferiti alle attività di ricovero istituzionale, chi ha la priorità di utilizzazione in concomitanza di necessità.

Lucia Coppola

consigliera provinciale FUTURA

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